Bonaparte molto potente sotto il nome di primo console, offre la pace agli uniti, e, sul loro rifiuto, prende la condotta della guerra.
Organizza un nuovo esercito, supera le Alpi al Grand Santo-Bernard (Mail 1800), e guadagna sugli austriaci una grande vittoria a Marengo (14 giugno 1800); la repubblica Cisalpine è ristabilita; il re di Napoli si ritira dalla lotta.
Morello, che comanda l'esercito della Germania, porta agli austriaci l'ultimo colpo con la vittoria di Hohenlinden, che gli apre la strada di Vienna (dicembre 1800).
L'Austria, minacciato di due parti, firma il trattato di Lunéville, che rinnova formalmente la cessione del Belgio e della riva sinistra del Reno alla Francia, e che riconosce le repubbliche cisalpine, ligurienne, elvetico e batavo (1801).
L'Inghilterra, che non ha più campi di battaglia sul continente, si vendica sui Danesi combinati della Francia bombardando Copenaghen, quindi, allarmati dei progetti di discesa di Bonaparte, essa firma a sua volta il trattato di Amiens, con il quale la Francia copre le sue colonie, e la Turchia copre l'Egitto (1802).
Il mare pacifiée come il continente; l'influenza francese domina in Europa.
Dentro Bonaparte richiama gli emigrati e proscritto, li riapre le chiese al culto, e da alla Francia un'organizzazione nuova che conferma in parte la rivoluzione: fa completare il codice civile, stabilisce i corsi d'appello; migliora la percezione delle finanze, crea la banca della Francia, le prefetture ed il sous-préfectures, gli istituti universitari, la scuola speciale militare; istituisce l'ordine della legione d'onore.
Infine riconcilia la Francia con il Saint-Siège con il concordato, che regola le relazioni della chiesa e dello Stato (1802).
La maggior parte di quest'istituzioni esiste ancora.